Du(e) p(a)r(ol)e (al bar)
- Andrea Morzenti
- 3 apr 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 4 apr 2022

Ieri entro nel mio solito bar. Un caffè, grazie. Con zucchero di canna.
Vicino a me, alcune persone mai viste prima al bar. Le ascolto, pare ripetano quanto hanno letto sui social.
“I paesi che hanno praticato l’estremismo vaccinale orbitano tutti intorno agli Stati Uniti, ruotano intorno a quell’asse economico, controllano gli stessi pacchetti azionari sia in Big Pharma sia nelle industrie militari. Questo gruppo è lo stesso che oggi costruisce la narrativa semplificatrice sulla guerra”
“Sappiamo che esiste materiale prodotto a scopo propagandistico, e un buon esempio è il bombardamento dell’ospedale pediatrico a Mariupol con la sua influencer incinta”
“C’è una continuità di fondo tra la gestione del coronavirus e quella della guerra. Dovevano spaccare la società, creare capri espiatori, demonizzare, impedire un dibattito libero, e così è con la guerra. Serve uno sguardo serio verso le porcate fatte dall’Occidente. C’è una mostrificazione del nemico, che è da annientare, ed un nuovo fascismo”
“Non mi sento una vittima perché sono un guerriero intellettuale. Non ho paura di Draghi, di tutti i suoi ministri, di tutti i parlamentari messi insieme. Sono un guerriero e lo sto dimostrando, perché ho continuato a parlare”
Poi un tizio prova a dire: "Dobbiamo capire le cause del conflitto ma bisogna stare attentissimi a non dare l’impressione che ci si schieri. Lo so che è difficile. Dire che anche gli altri hanno invaso non ci porta da nessuna parte”
“C’è un progetto globale di nuovo ordine mondiale, che il potere non nasconde più, anzi lo pubblicizza. Ha i propri referenti politici nel Partito democratico americano, di cui il Pd è la copia carbone. Sul covid esisteva un coordinamento politico del World economic forum. Esistono stanze virtuali dove le multinazionali farmaceutiche si riuniscono per decidere il nostro destino, perché le élite premono verso il transumanesimo. Tra la fiction e la realtà di Zelensky non c’è soluzione di continuità. L’attore Zelensky con i suoi interventi porta avanti una fiction, si mostra sempre dentro uno studio, i suoi sono discorsi scritti da un autore americano che lavora per il governo americano”
“La censura sta arrivando a livelli disumani, abbiamo un’informazione a senso unico dominato dalla Nato, vere e proprie fake news sulla guerra, se parliamo di democrazia in Russia dovremmo prima guardarci in casa, il Parlamento è ostaggio di Draghi”
“Io l’ho detto che la pandemia si sarebbe conclusa con una guerra in Ucraina, il secondo passo del Grande Reset”
Ad un certo punto li riconosco: sono Ugo Mattei, Massimo Cacciari, Giorgio Agamben, Carlo Freccero, Alessandro Orsini. Filosofi, giornalisti, professori universitari.
E non sono chiaccchiere da bar, o forse sì?
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