Carlo ed Enrico hanno la possibilità di gestire una importante collezione di 100 numeri di Dylan Dog, devono però capire come fare.
Dopo una lunga trattativa, alla fine trovano un accordo i) una premessa di rito ii) alcuni principi generali iii) regole di gestione comuni, ferma la possibilità per ognuno di definirne di proprie peculiari iv) al netto di quanto concesso ad altri (Carlo sa che Enrico ha altre trattative in corso) 70 numeri li gestisce Enrico e 30 Carlo.
Poco dopo però Enrico decide di fare di testa sua. Chiude da solo un accordo con Angelo e Nicola (che è risaputo attueranno regole di gestione della collezione di Dylan Dog opposte rispetto a quelle pattuite da Carlo ed Enrico) che prevede, sempre al netto di quanto concesso ad altri, che 80 numeri li gestisce Enrico e 20 Angelo e Nicola.
Non contento Enrico, sempre da solo, va da Luigi (che si presenta col papà Bruno) che, fatto notorio, ha in passato litigato pesantemente con Carlo che considera Luigi, tra l’altro, un asino patentato. Enrico, noncurante di tutto ciò, chiude anche con Luigi un accordo che prevede, sempre al netto di quanto concesso ad altri, che 92 numeri li gestisce Enrico e 8 Luigi.
Carlo allora, arrabbiato, chiama Enrico. Caro Enrico, gli dice, perché hai fatto tutto senza coinvolgermi? Ora, secondo te, io non avrei più 30 numeri di Dylan Dog ma, risolvendo un sistema matematico con 4 incognite e 3 equazioni, ne avrei solo 24. E dovrei presentarmi e collaborare, quando andiamo tutti assieme con la collezione intera di 100 numeri, con chi ha idee opposte alle mie e con chi non ci capisce nulla. Per quale motivo non mi hai coinvolto prima di firmare gli accordi, ma l’ho saputo solo a cose fatte? Perché, un conto era dare un po’ dei tuoi 70 numeri anche ad Angelo, Nicola e Luigi ricordando loro quali erano le regole di gestione comuni, altro è decidere anche per me. Mi spiace Enrico, chiosa Carlo, io così non ci sto più e il nostro accordo salta.
Se siete riusciti ad arrivare sino alla fine, vi chiedo: chi ha fatto saltare l’accordo tra Carlo ed Enrico? Il primo o il secondo? Ecco, per me è stato Enrico. Perché è vero che i patti si rispettano (pacta sunt servanda, latinorum che sta andando di moda) ma le modifiche di (o comunque le implicazioni a) un accordo a due devono essere concordate e condivise tra le due parti dell’accordo stesso, non in autonomia da una sola.
Bene ha fatto Carlo a lasciare Enrico. Ora la speranza di molti, tra cui chi scrive, è che Carlo trovi un accordo con Matteo per la gestione di una altrettanto importante collezione di Tex Willer, perché “si vive di sogni e di un futuro da immaginare” (cit. Stefano Putinati, Twitter).
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