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Andrea Morzenti

Open. Ne ha fatte di ogni


illustrazione di Emanuele Fucecchi

Ha eliminato l’unicum italico del bicameralismo paritario, il CNEL e le Province. Ha ridotto il potere delle Regioni. Ma sappiamo che qui l’han bocciato con il referendum, la deriva autoritaria e il combinato disposto di Riforma e Italicum.

 

Con la dichiarazione dei redditi precompilata ha dato fastidio a CAF e consulenti. Con la fatturazione elettronica ha innervosito professionisti e piccoli imprenditori.

Ha fatto arrabbiare RCS, Corriere della Sera e Ferruccio De Bortoli, non so bene per cosa. E con Eugenio Scalfari, Repubblica e tutto il Gruppo l’Espresso non c’è mai stato un vero feeling.

Ha toccato le ferie dei magistrati. Ha combattuto il potere di veto di Sindacati e Confindustria nell'approvazione delle leggi. È stato Segretario di un partito, vincendo due primarie, portando avanti la sua linea e non quella degli azionisti di maggioranza fondatori della Ditta.

Ha provato a portare un po’ di meritocrazia e decisionismo nella scuola italiana, dove vige da sempre il siamo tutti uguali e non abbiamo nessuno che può dirci cosa fare.

Ha confutato le tesi ultra liberiste di Oscar Giannino, Mario Seminerio & Co., insistendo sulla bontà degli 80 euro e del canone Rai in bolletta. Ha messo un tetto allo stipendio dei manager pubblici.

Insomma, dai, ne ha fatte di ogni. E ha dato fastidio a molti. Finché è tornato a fare il senatore semplice.

Ma, lo sappiamo, non è tipo capace di darsi pace. Allora si è messo a fare conferenze in giro per il mondo; e pure un documentario, quattro puntate, su Firenze. E, questo sì imperdonabile (cfr. per tutti Gad Lerner), ha guadagnato un sacco di denari. Poi, come ultimo atto, ha avuto pure la sfrontatezza di fondare un nuovo partito.

C’era anche una Fondazione in tutto ciò, che ha raccolto contributi da privati, organizzato eventi in stazione e non solo, con l'obiettivo di aggregare la base elettorale. Unica nel suo genere? Direi di no, visto che, stando al rapporto Openpolis-AGI dal titolo "Cogito ergo Sum - Think tank, fondazioni e associazioni politiche in Italia", sono 121 le strutture di questo tipo censite dal 2015.

E una mattina, all'alba, una Procura ha fatto perquisire dalla Guardia di Finanza abitazioni e uffici di alcuni dei finanziatori di questa Fondazione per trovare qualcosa che non andava. I quotidiani l’han saputo prima, al punto che una di quelle perquisizioni, solo annunciata, è stata data dai giornali anche per effettuata. Nel mentre, un settimanale ha lasciato anche intendere che la Fondazione serviva per comprar casa. E alcuni giornalisti han rilanciato la notizia, scusandosi poi (alcuni) per l'errore.

Fatico a trarre le conclusioni, o forse no. Mi piace allora chiudere non con mie parole ma con quelle di Gianni Riotta, Giornalista con la G maiuscola "Nel giornalismo si sbaglia ogni giorno. Ma gli errori nel ricostruire il caso Matteo Renzi non son refusi in buona fede. Sono conseguenza della corsa a piantare per primi i chiodi al condannato che dilaga da anni. Un livore che reca danni alle sue vittime e alla nostra professione".

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