Un particolare, in particolare, è particolare.
Ed è il modo di affrontare i temi di cui oggi si discute: i migranti, il salario minimo, il Ponte Morandi. Ma il ragionamento potrebbe valere anche per molti altri temi (l'Europa, il lavoro e la precarietà, la povertà, le pensioni, l'Ilva, la TAV e molto altro ancora).
Due diversi atteggiamenti, due diverse modalità di dire e di fare politica e comunicazione politica, che accomunano il trattare temi così diversi l’uno dall’altro.
Migranti. Io credo che, salvo una minima parte, tutti concordiamo sul fatto che l’Italia non possa accogliere chiunque. Una assenza di regolamentazione sarebbe controproducente per tutti, tanto per i migranti quanto per i cittadini italiani.
E allora c’è chi oggi dice semplicemente, lo capiscono tutti, che i nostri porti sono chiusi, non entra nessuno, non sbarca nessuno, chi infrange le leggi deve essere arrestato. Facile.
E c’è chi, invece, ragiona di fenomeno migratorio complesso e inarrestabile, di necessità di fare accordi per gestirlo, di politica europea comune da costruire tutti assieme perché “l’Europa è una libera associazione di Stati e non la Trimurti” (cit. Mattia Feltri, Buongiorno del 29 giugno, l’altro ieri). Difficile.
Salario Minimo. Lo dice l’art. 36 della nostra Costituzione che “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa”. E, anche qui, siamo d’accordo tutti.
E allora c’è chi oggi dice semplicemente, lo capiscono tutti, che va introdotto un salario minimo legale, sotto cui non è possibile scendere mai, pari a 9 euro all’ora. Facile.
E c’è chi, invece, ragiona di un fenomeno salariale complesso in un mondo globale, di lordo e di netto, di tredicesima e quattordicesima, di TFR, di retribuzione diretta, indiretta e differita. E di contrattazione collettiva. E che bisogna ragionare di efficacia erga omnes della parte retributiva di quei contratti collettivi sottoscritti da organizzazioni sindacali e datoriali con una oggettiva e misurabile rappresentatività, mettendo al bando i contratti cosiddetti pirata. Così facendo l’area per cui si rende necessario il salario minimo si riduce. E solo per quell’area residuale il salario minimo non è un numero deciso dal Legislatore, ma la sua definizione è demandata ad una commissione tripartita composta da governo, organizzazioni sindacali e datoriali rappresentative. Commissione che aggiorna, se necessario, l’importo del salario minimo con cadenza periodica. Difficile.
Ponte Morandi. Siamo tutti d’accordo che i colpevoli del crollo debbano essere puniti.
E allora c’è chi oggi (ieri) dice semplicemente, lo capiscono tutti, che i Benetton devono pagare, i colpevoli sono loro, gli va subito revocata la concessione con Autostrade. Revocando la concessione, l’Atlantia dei Benetton non avrà più valore, e non potrà entrare in Alitalia altrimenti anche gli aerei vengono giù. Ah, e che le Autostrade devono essere gratis per tutti. Facile.
E c’è chi invece ricorda che devono essere appurate le responsabilità, che in uno Stato di diritto devono essere svolti i processi, che si è colpevoli solo dopo il terzo grado di giudizio stante la presunzione di innocenza, che sulla scia di rabbia e di emozione a un politico non è chiesto di trovare un capro espiatorio ma di lavorare per dare soluzioni, lasciando alla Magistratura di fare il suo lavoro. E che per recedere da un contratto bisogna prima studiarlo il contratto, capire cosa prevedono le clausole di recesso e quali penali sono eventualmente previste. Difficile.
Facile, difficile. Semplificazione vs complessità. I due diversi atteggiamenti.
Ecco, indovinate qual è l'atteggiamento di chi governa il nostro Paese?