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Andrea Morzenti

Col piffero. E poi un colpo al cerchio e uno alla botte. Storia di una alleanza


Paolo Mieli venerdì 29 marzo a Castenedolo (BS), intervistando Matteo Renzi ha detto che «il Pd avrebbe fatto un’alleanza (col M5S) dove non ce n’era per lui». E ha proseguito «a volte leggo - molte persone dicono - che se il Pd si fosse alleato coi Cinquestelle, oggi avrebbe conosciuto i successi della Lega. Ma col piffero, ragazzi col piffero, Assolutamente no. Se il Pd, che era in un momento difficile, si fosse alleato coi Cinquestelle, stante anche alcune consonanze, oggi sarebbe ridotto in uno stato definitivo di…».

Vi lascio immaginare l’espressione compiaciuta e accondiscendente di Renzi nel sentire queste parole pronunciate, cadenziate, dal direttore Mieli. «Noi due siamo sempre stati d'accordo su questo», ha poi chiosato l'ex premier, rivolgendosi a Mieli, «è nel Pd che c'era qualcuno che "col piffero" non la pensava...».

 

Sostengo da sempre che il governo Cinquestelle/Lega fosse l’unico governo possibile. L’ho scritto prima delle elezioni (Mi alleo con te, poi governo con lui) e l'ho ribadito poi. Come sostengo anche che questo sarà un governo di Legislatura.

Poi, chissà, Matteo Salvini diventerà il leader di una Lega a Cinquestelle, partito unico populista e sovranista, vero progetto di Casaleggio e Putin. Fantapolitica? Mah, vedremo.

Intanto il governo gialloverde marcia spedito, spartendosi – uno ai Cinquestelle, uno alla Lega – i successi sui punti programmatici del Contratto di governo adempiuti sino ad ora; e riempendo posti e occupando poltrone con un perfetto e puntuale utilizzo del Manuale Cencelli.

Il Cinquestelle ha il decreto dignità? La Lega ha il decreto sicurezza. Il Cinquestelle porta a casa il reddito di cittadinanza? La Lega si prende Quota 100. La TAV, un rinvio che non è un rinvio, che va bene a tutti e due.

E poi, Rai, Consob, Antritrust, Istat, Inps, Anpal… il Presidente a te, il Direttore Generale e me.

E veniamo all'attualità più stretta, il Congresso Mondiale delle Famiglie.

Con Salvini che stuzzica Di Maio (che aveva detto "a Verona destra di sfigati") dichiarando sul palco: «se parlare di mamme, papà e bimbi è da “sfigati”, io sono orgoglioso di essere sfigato». Ribatte quindi Di Maio: «sono fanatici, è stucchevole questa rincorsa a strumentalizzare la famiglia».

Paolo Gentiloni ha definito questo scambio: «la messa in scena del grande battibecco tra Lega e Cinquestelle». Insomma, una finta diatriba per dare un colpo al cerchio e uno alla botte.

Ottenere il voto del maggior numero di elettori possibile, accaparrarsi tutte le poltrone. Andare alle elezioni europee ancora divisi, per non perdere ora, in questa fase, gli elettori più dell’uno che dell’altro. Un certo travaso di voti, dai Cinquestelle alla Lega, pare ci sarà, stando ai sondaggi e alle recenti elezioni regionali. Ma il totale resta, anzi aumenta. Il progetto va avanti.

Concludo con la legittima difesa, legge appena approvata dal Parlamento e che mi auguro il Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella non promulghi, rimandandola alle Camere perché incostituzionale.

E lo faccio citando un tweet di un giornalista de La Stampa, Alberto Infelise - spesso diletta twitter con tweet ironici scritti in maiuscolo e racchiusi da tre più -, che nei giorni scorsi ha twittato: +++ LEGITTIMA DIFESA, PREMIER CONTE ENTRA A PALAZZO CHIGI E NESSUNO LO RICONOSCE: SFIORATA TRAGEDIA +++.

Eh sì, perché in tutto ciò abbiamo anche un Presidente del Consiglio dei Ministri, ce ne ricordiamo? Dite che è per questo che l'ultima domenica di marzo, giornata di ora legale, l'han mandato a parlare in conferenza stampa?

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