Matteo Salvini, Ministro dell'Interno e vice premier. Sui social, per i suoi sostenitori, è "Il Capitano".
Indossa sempre una diversa divisa, una felpa o simili: Polizia, Vigili del fuoco, Protezione Civile, ... Tant'è che un pungente, come sempre, Carlo Alberto Carnevale-Maffè lo chiama "Il Travestito".
E il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel discorso - immenso - di fine anno gli ha dato una sonora tirata d'orecchi: "La loro #divisa (quella dei Carabinieri, ndr), come quella di tutte le Forze dell'ordine e quella dei Vigili del fuoco è il simbolo di Istituzioni al servizio della comunità. Si tratta di un patrimonio da salvaguardare perché appartiene a tutti i cittadini". E l'hashtag #divisa non è mio, ma di chi gestisce l'account Twitter @Quirinale.
Il Capitano lo dice, lo scrive e lo ribadisce: i porti sono chiusi per i migranti (ecco, non credo che utilizzi esattamente la parola migranti, ma io li chiamo così). E' dal 22 dicembre che, nel mare d'inverno, 49 migranti (perfetta assonanza con i 49 milioni di euro spariti della Lega, ma questo ci porterebbe lontano), salvati da due imbarcazioni - la Sea Watch e la Sea Eye - aspettano, sperano, di poter sbarcare. Di poter toccare terra.
Per ora niente da fare. Neppure a Natale, la nostra Europa cristiana, oltre 700 milioni di cittadini, trova posto per 49 persone che chiedono aiuto. E il Capitano è inflessibile: "I porti italiani restano chiusi. Quanti ne accogliamo? Zero". Gli fa eco il premier maltese: "Non creerò precedenti facendo sbarcare i 49". Qualcosa deve aver detto pure il Ministro Danilo Toninelli ma, si sa, non se lo fila nessuno.
Ma ormai a questo purtroppo ci siamo abituati. Purtroppo.
E allora i super fan del Capitano, per fargli sentire la loro vicinanza, il loro affetto, il loro calore e supporto, lo vogliono superare.
Partiamo col vice sindaco di Trieste, Paolo Polidori, che su Facebook scrive: "Ho visto un ammasso di stracci buttati a terra, coperte, giacche, un piumino e altro; non c'era nessuno: da normale cittadino che ha a cuore il decoro della sua città, li ho raccolti e li ho buttati, devo dire con soddisfazione, nel cassonetto. PS sono andato subito a lavarmi le mani!". Insomma, le coperte di un clochard, di un barbone, con soddisfazione, gettate nell'immondizia. Contento Capitano?
E arriviamo all'assessore alla sicurezza del Comune di Monfalcone (Gorizia), Massimo Asquini, che sempre su Facebook scrive: "Il migrante vien di notte, con le scarpe tutte le rotte; vien dall'Africa il barcone per rubarvi la pensione; nell'hotel la vita è bella, nel frattempo ti accoltella; poi verrà forse arrestato e l'indomani rilasciato". Il Capitano sarà contento, penserà l'assessore, che aggiunge: "Non c'è nulla di offensivo, è quello che tutti gli italiani pensano".
Ma davvero la pensano così tutti (la stragrande maggioranza de) gli italiani? Davvero non è più solo un timore, almeno per me, ma è un dato di fatto che (riporto un Tweet di @IlReverendo71) "Ormai è tutto lecito: filastrocche anti-migranti, coperte di clochard nei cassonetti, disgraziati abbandonati in mare. Ho la sensazione che si stia posizionando l'astina dell'indignazione poche tacche sotto l'Olocausto"?
Qualcuno potrà fare di peggio? Sì, ci ha pensato l'altro vice premier, il trentaduenne sempre bell'apposto, sbarbato perfettamente e ben vestito, Luigi di Maio, che ha dichiarato: "Non arretriamo sulla politica migratoria, ma quando si tratta di donne e bambini siamo pronti a dare una lezione a tutta l'Europa e ad accoglierli". Cinico e pronto a sfruttare l'occasione, solo poco più che trentenne ma già più che navigato in politica nella sua peggiore accezione del termine. Buonismo di facciata e di circostanza, con la sua genialata, solo per far bella figura, di accogliere madri e figli (5 donne con 7 figli su 49). Chi se ne importa poi se, così facendo, si separano famiglie.
Lega e Cinquestelle, al governo assieme. Non per caso o per necessità. Ma per un disegno che appare sempre più chiaro. Con buona pace di chi, Sinistra e PD, coi Cinquestelle voleva farci un governo assieme e, ancora in questi giorni, scrive (uno per tutti, Corradino Mineo) che vanno sfruttate queste divisioni tra Salvini e Di Maio. Divisioni che, invece, non esistono per nulla.