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Dati e Controdati

  • Immagine del redattore: Andrea Morzenti
    Andrea Morzenti
  • 6 set 2017
  • Tempo di lettura: 1 min

Io non capisco, davvero.

Prima era l'INPS, con i suoi dati dell'"Osservatorio sul precariato" (mai capito perché lo chiamano così, ma vabbè), a non avere valore.

Sono solo contratti attivati, stipulati, non rilevano, non contano nulla!

Ah.

Ciò che importa, ciò che ha valore, sono solo le statistiche dell'ISTAT. Lì sai come si evolve il mercato del lavoro (i dati di stock, li chiamano gli esperti).

Ah.

 

E ogni mese era un batti e ribatti. L'INPS certifica una crescita degli occupati! Non è vero, guarda l'ISTAT!

E via di questo passo.

Poi anche l'ISTAT inizia a certificare un miglioramento. Diminuisce la disoccupazione.

Bene, dai.

Eh no. Quello che rileva è il numero degli occupati.

Ah.

E poi, aumentano pure gli occupati. Il dato ISTAT di luglio 2017 ci dice che siamo tornati ai livelli del 2008.

Bene, dai

Eh no. La popolazione attiva è aumentata! Quindi non siamo per nulla al 2008. E poi, se proprio, è tutto merito della riforma Fornero, quella delle pensioni, Te lo dico subito: il Jobs Act non c'entra nulla!

Ah.

Facciamo così. Riporto i grafici che si ricavano dal sito dell'ISTAT.

Numero di occupati.

Dati destagionalizzati, valori assoluti in milioni di unità.

Numero occupati (dato ISTAT)

PIL mensile (dati ISTAT)

Aumenta il numero degli occupati. Cresce il Pil. Meriti, demeriti, cause, concause: ognuno dirà la sua. Ma i dati sono buoni, direi. Sorridiamo, dai.

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"Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia" (Don Lorenzo Milani)
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